L’Edizione delle Opere di Matteo Maria Boiardo è stata presentata in un convegno alla Biblioteca Ambrosiana di Milano giovedì 27 marzo 2014 da Andrea Canova e Cristina Montagnani del Centro Studio Matteo Maria Boiardo di Scandiano, Roberto Cicala editore di Interlinea, e Armando Torno del Corriere della Sera, con introduzione di Marco Ballarini, direttore della Classe di Studi di Italianistica dell’Accademia Ambrosiana.

Una sintesi degli interventi è stata pubblicata anche da “Nuova informazione bibliografica” del Mulino, di cui si riproduce la premessa.

«Forse peggiore di tutti fu il destino per lungo tempo toccato al Boiardo: ignorato, emendato, persino tradotto in toscano già durante il Cinquecento, in un vano quanto mai irragionevole sforzo di ricondurlo a una qualche “norma”, nella prospettiva di una unificazione, se non politica almeno letteraria, del nostro Paese» ha scritto Romano Prodi nel 2009 in apertura dello specimen di presentazione dell’Edizione delle Opere di Matteo Maria Boiardo, dove si legge che «oggi, alla luce di avvenimenti anche drammatici, che si giocano su scacchiere ben diverse da quelle, in fondo amabili, della letteratura, sappiamo che non può, non deve esistere un’idea di nazione che non sia capace di confrontarsi con le identità locali, con le tradizioni anche periferiche della propria cultura». Da questa consapevolezza è venuta l’idea di un’edizione “scandianese” promossa dal Centro studi intitolato all’autore dell’Orlando innamorato, sotto la direzione di Antonia Tissoni Benvenuti, e dal Comune di Scandiano dov’egli è nato nel 1441: voluta in un momento in cui il Governo decideva di non patrocinare più Edizioni Nazionali per mancanza di fondi, tagliati del tutto nel 2011, è «un’edizione che, quanto a rigore scientifico e prestigio dei curatori, non ha nulla da invidiare a una che si fregia, giustappunto, dell’appellativo di nazionale, ma che si propone di riaffermare la dignità di tutte quelle “piccole patrie” che fanno grande una nazione, unito un Paese», secondo le parole dello stesso Prodi alla vigilia dell’uscita del primo dei dodici volumi progettati, tutti in edizione critica e commentata, con traduzione a fronte se latini, editi da Interlinea in tiratura numerata, sorvegliati da un comitato scientifico di cui fanno parte Giuseppe Anceschi, Antonia Tissoni Benvenuti, Riccardo Bruscagli, Andrea Canova, Stefano Carrai, Edoardo Fumagalli, Tina Matarrese, Cristina Montagnani, Marco Praloran, Paola Vecchi, Tiziano Zanato. A cinque anni dall’avvio e per l’uscita del volume La pedìa de Cyro (da Senofonte), a cura di Valentina Gritti, giovedì 27 marzo 2014 la Biblioteca Ambrosiana ha ospitato un seminario, con due filologi del centro studi e l’editore (nell’idea dell’importante rapporto tra autorialità dei classici e mediazione editoriale, su cui tra l’altro si è occupata la nostra rivista con Carlo Alberto Gurotto, Dall’autoreall’editore: i classici in tipografia, in «NIB» gennaio-marzo 2010), moderati da Armando Torno e introdotti da Marco Ballarini, direttore della Classe di studi di italianistica dell’Ambrosiana. Si è trattato di una riflessione significativa in un momento di forte crisi per l’editoria dei classici e per le edizioni nazionali. La prima delle attuali 92 fu promossa nel 1887 per Galileo Galilei ma la maggioranza di esse risulta in una fase di stallo con poche eccezioni come quella di Giovanni Verga, ripresa dopo molti anni con una nuova serie.

 

Centro Studi Boiardo